Fusione inversa - Applicabilità dell'imposta sostitutiva - Condizioni (ris. Agenzia Entrate 24.2.2009 n. 46) DI DE STEFANI
Con la risoluzione in commento, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che, in caso di fusione inversa: - è possibile riallineare i valori fiscali con quelli civili, attraverso l'imputazione del disavanzo da fusione ai beni provenienti dalla società controllante-incorporata mediante il pagamento dell'imposta sostituiva sulle riorganizzazioni aziendali ai sensi dell'art. 172 co. 10-bis del TUIR; - non possono essere riallineati i valori dei beni che già facevano parte, anteriormente alla fusione, del patrimonio aziendale della società controllata-incorporante. Al riguardo, si applica, quindi, l'interpretazione contenuta nella circolare dell'Agenzia delle Entrate 25.9.2008 n. 57 secondo cui il disposto dell'art. 2 del DM 25.7.2008 (attuativo della disciplina in esame) prevede l'applicazione dell'imposta sostitutiva solo in relazione ai maggiori valori imputati "ai beni ricevuti", cioè ai soli beni provenienti dal patrimonio dell'incorporata ed attribuiti alla società incorporante per effetto della fusione. Si precisa, infine, che il regime dell'imposta sostitutiva è comunque precluso nell'ipotesi in cui il patrimonio ricevuto per effetto della fusione non sia configurabile quale compendio aziendale.
Fonte: ilsole24ore del 25 febbraio 2009, p. 25
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