Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il possesso di un grande studio non obbliga automaticamente all’Irap
Il solo possesso di uno studio, seppur di grandi dimensioni, da parte di un professionista non costituisce bene strumentale eccedente il minimo e, di conseguenza, non costituisce condizione sufficiente per determinare l’assoggettamento all’Irap. In ogni caso, sono i giudici di merito che devono accertare, di volta in volta, se lo studio, per dimensioni e ubicazione, possa essere considerato valore di bene strumentale minimale o meno. A stabilirlo è la Corte di Cassazione con ordinanza n.23155 del 16 novembre
Acquistare società fittizie allo scopo di ottenere vantaggi fiscali è abuso del diritto
Si configura come abuso di diritto e, quindi, come elusione fiscale, il tentativo di dividend washing organizzato attraverso una complessa operazione di acquisto presso società fittizie, allo scopo di creare dividendi da distribuire ai soci. Non è, infatti, lecito trarre indebiti vantaggi fiscali dall'utilizzo distorto di strumenti giuridici, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili diverse dalla mera aspettativa di quel vantaggio. Lo ha stabilito la sentenza n. 22994 della Corte di Cassazione, depositata il 12 novembre 2010.
No alla sospensione del processo tributario se pende un giudizio penale collegato
Non è ammissibile la sospensione del processo tributario in caso di contemporanea pendenza di un giudizio penale il cui esito potrebbe influire sulla decisione. È quanto affermato dalla Corte Costituzionale che, con l'ordinanza n. 335 del 24 novembre, ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità dell'art.39 del D.Lgs. n.546/92.
I dati contabili in dichiarazione non provano l’autonoma organizzazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23446 del 19 novembre 2010, ha statuito che i dati contabili desumibili dalle dichiarazioni annuali e, in particolare, il valore dei beni strumentali non sono sufficienti all’Amministrazione Finanziaria per provare la presenza di un’autonoma organizzazione a carico di un professionista.
60 giorni per impugnare il provvedimento di rimborso parziale del credito
Al fine di non perdere il diritto ad ottenere il rimborso della parte residua del credito richiesto, il provvedimento di rimborso parziale emesso dall'Amministrazione Finanziaria deve essere impugnato dal contribuente davanti al giudice tributario entro sessanta giorni. Secondo la Corte di Cassazione (sentenza n.23786 del 24 novembre), infatti, qualora l’Amministrazione emetta un provvedimento di rimborso parziale, questo si configura, per la parte relativa all'importo non rimborsato, come atto di rigetto della richiesta di rimborso originariamente presentata, con la conseguenza che detto provvedimento costituisce atto impugnabile quale rifiuto espresso nel termine di sessanta giorni dalla notificazione.
Illegittima la cartella notificata al curatore: non esiste obbligazione solidale
È illegittima la cartella di pagamento notificata personalmente al curatore quale asserito condebitore in solido con la procedura fallimentare. La pretesa tributaria – nella fattispecie, la ripresa del credito Iva dell’anno precedente, per il quale la dichiarazione non era stata presentata - è comunque infondata. È quanto emerge dalla sentenza n. 814/09 della Ctp di Reggio Emilia del 19 ottobre 2010.
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